Agenti tossici e fertilità
Parte 2: focus sull’alimentazione
Come anticipato nel mio precedente articolo: Agenti tossici e fertilità | Parte 1: L’ambiente, quando il contesto è inquinato spesso può esserlo anche il cibo ivi prodotto, tanto quello vegetale, quanto quello animali. Anche perché, i prodotti o gli animali che poi diventeranno alimenti, possono essere contaminati da vari agenti inquinanti, tra cui: pesticidi, metalli pesanti, residui di antibiotici e altri prodotti chimici. Il livello di contaminazione può variare a seconda della regione geografica, delle pratiche agricole locali e della catena alimentare.
Ecco un rapido elenco dei cibi che maggiormente possono essere soggetti a contaminazione, categorizzati per tipologie:
Frutta e verdura:
Le coltivazioni di frutta e verdura possono essere trattate con pesticidi per proteggere i raccolti dagli attacchi di parassiti e altre malattie. Quindi, è altamente possibile che, dopo la raccolta alcuni prodotti contengano residui dei pesticidi e degli agenti chimici utilizzati. Per questo è di estrema importanza lavare tutto sempre molto accuratamente.
Pesce:
Purtroppo ormai è noto, i mari, al di là delle apparenze, sono estremamente inquinati. Microplastiche e metalli stanno diventando una vera e propria piaga. Chiaramente i pesci sono i primi a subire ed assorbire queste sostanza, in particolare accumulando metalli pesanti, come il mercurio, derivante dall’inquinamento industriale. In particolare, alcune tipologie di pesci, come il pesce spada e il tonno, in quanto carnivori, sono noti per avere livelli più elevati di mercurio; dal momento che, oltre a quello fisiologicamente assorbito, accumulano anche quello tratto dalle proprie prede.
Carne:
La carne può contenere residui di antibiotici e ormoni utilizzati negli allevamenti intensivi. La presenza di questi composti può essere ulteriormente influenzata dalle pratiche agricole.
Prodotti lattiero-caseari:
Anche alcuni prodotti lattiero-caseari possono contenere residui di antibiotici utilizzati nella gestione degli animali.
Cereali e cereali integrali:
I cereali, in tutte le loro varietà, proprio come gli altri vegetali possono essere soggetti a contaminazione da parte di pesticidi o metalli pesanti presenti nel suolo.
Frutti di mare:
Oltre ai pesci, altri frutti di mare come crostacei e molluschi, possono contenere elementi contaminanti, come microbi patogeni o tossine marine. Per questo se ne raccomanda il consumo crudo solo se di origine controllata o garantita.
Cibi confezionati:
Ebbene, anche gli alimenti confezionati non sono del tutto immuni dalla contaminazione. Anche perché nel processo stesso di conservazione e inscatolamento potrebbe essere previsto l’uso di additivi chimici, conservanti e coloranti, talvolta altamente nocivi ed inquinanti; oppure semplicemente non ottimali per la propria alimentazione. Per questo consiglio sempre di leggere attentamente le etichette. Ad esempio, molti prodotti sono arricchiti con zuccheri, sotto forma di destrosio, sciroppo di glucosio, maltitolo, additivi che assolvono anche la funzione di conservanti ma che possono trasformare un alimento apparentemente innocuo per la dieta, in un elemento del tutto inopportuno.
La consapevolezza: un’opportunità in questo panorama complicato
Dato il quadro un tantino desolante, desidero concludere con una rassicurazione. Perché, anche in questo caso, la consapevolezza rappresenta il migliore strumento di difesa.
Infatti, data la situazione, per evitare il più possibile la contaminazione, i suggerimenti sono:
- variare il più possibile la propria alimentazione, alternando frutta e verdura, spaziando tra tutti quelli disponibili a seconda delle stagioni e, ovviamente, le fonti di proteine;
- lavare sempre accuratamente i prodotti della terra
- cuocere in maniera appropriata gli altri;
- scegliere, ove e quando possibile, prodotti bio.
I limiti imposti dalle autorità
Inoltre, è bene tener presente che, in questa campagna contro l’inquinamento non siamo soli. Infatti, le autorità sanitarie nazionali ed europee, in molti casi hanno stabilito limiti di sicurezza per i residui di pesticidi e altre sostanze chimiche negli alimenti, contribuendo a garantire che i livelli di contaminazione rimangano entro livelli accettabili per la salute umana.