Aspetti psicologici
È ormai diffusa la consapevolezza sulle difficoltà psicologiche che accompagnano la condizione di infertilità, difficoltà che coinvolgono sia l’individuo che la coppia, dando luogo a frustrazioni, stress, senso di inadeguatezza e perdita.
Disturbi emozionali cronici e problemi psicosociali possono svolgere un ruolo fondamentale nel determinare l’infertilità e investono l’esperienza complessiva dell’infertilità stessa e della sua terapia, associata a lunghe indagini diagnostiche e all’intensività dei trattamenti.
Questi fattori possono provocare un forte disagio psicosociale e sessuale, contribuendo in alcuni casi al peggioramento della condizione di infertilità.
L’ipotesi che stress emozionali possano influenzare l’ovulazione e la spermatogenesi è supportata da diverse osservazioni nell’ambito della medicina psicosomatica. Lo “stress”, ad esempio, può avere un ruolo soppressivo sulle funzioni gonadiche.
Anche le disfunzioni psicosessuali, come l’impotenza e il vaginismo, giocano un ruolo non trascurabile nell’impossibilità di avere figli.
In sostanza la componente psico-emozionale può incidere sulla fertilità con diversi meccanismi, attraverso il sistema neurovegetativo e neuroendocrino, provocando disfunzioni acute e croniche.
Un altro aspetto da considerare sono poi gli effetti psicologici provocati dall’infertilità, in termini di ansia, stress psicosociale, frustrazioni, disadattamento coniugale etc.
A livello di coppia l’infertilità può inficiare le sfere della comunicazione, dell’attività sessuale e dei progetti futuri, dando luogo a una condizione di conflitto e di isolamento sociale.
L’utilizzo di tecniche volte alla risoluzione dell’infertilità – come IUI, FIVET, ICSI, TESE – comporta poi specifiche problematiche psicologiche in relazione al tipo di procedure da utilizzare, ai tempi di trattamento e al coinvolgimento di terze persone (medici) in una sfera tanto intima e “sensibile”.
Lo stesso percorso di riproduzione assistita può generare quindi paure e ansie, dovute ad una serie di fattori concatenati, come l’alta frequenza di controlli, il grande numero di variabili che ne condizionano l’esito, le probabilità di successo non sempre elevate, il rapporto tra aspettative e timori di una delusione.
Da questo scenario emerge con chiarezza come la componente medica e quella psicologica non possano essere separate nella diagnosi e nel trattamento dell’infertilità.
Un importante obiettivo della consulenza per la coppia deve essere quello di “gestire” e “minimizzare” l’impatto psicologico ed emozionale degli eventi medici che la coppia deve affrontare. Per farlo è necessario valorizzare la risorsa dell’informazione, che sia costante e che ponga i pazienti in una condizione di avere conoscenza e coscienza dell’intero processo, a partire dagli esami specialistici da fare e dalle loro finalità, fino ad ottenere una serena valutazione dei risultati.
Tutto questo può ridurre sensibilmente nei pazienti l’emergere di sentimenti di ansia, stress e perdita di controllo della situazione. Sentimenti che sono sempre legati alla delicatezza e alla profondità emotiva della questione infertilità, ma che proprio per questo devono essere gestiti con la massima consapevolezza e coinvolgimento. E’ anche da qui che passa una concezione moderna e completa della fecondazione assistita, rispettosa della persona e del suo fondamentale universo emotivo.