Fecondazione Eterologa, cos’è?
Si parla di Fecondazione Eterologa ogni volta che nell’applicazione di una tecnica di I (Iui) o II livello (Fivet, Icsi, Imsi) di Fecondazione Assistita si adoperano gameti provenienti da donatori esterni alla coppia stessa.
Fecondazione Eterologa, perché?
Oggi l’età media in cui si tende a cercare una gravidanza è molto avanzata. Nella maggior parte dei casi le coppie che si rivolgono a un medico esperto in PMA lo fanno dopo i 40 anni, momento in cui spesso le normali tecniche di I o II livello possono risultare inefficaci, dal momento che la qualità e la quantità dei gameti potrebbe essere scarsa o compromessa.
Dato che nel nostro Paese la pratica del Social Freezing, ovvero della preservazione della fertilità, non è ancora molto diffusa, la maggior parte delle coppie non dispone di propri gameti crioconservati, dunque, in questi casi, la soluzione è ricorrere alla fecondazione eterologa, in cui uno o entrambi i gameti provengono da donatori esterni alla coppia.
La legge in Italia
La legge 40 del 2004, nata per regolamentare tutte le procedure di procreazione medicalmente assistita -PMA, vietava la possibilità di ricorrere alla fecondazione eterologa, rendendo impossibile la gravidanza per la maggior parte delle coppie e riservando questa possibilità solo a coloro che erano disposti a recarsi all’estero, presso centri stranieri, per lunghi periodi di tempo. Tanto che si parlava di “turismo riproduttivo”.
Fortunatamente, nel 2014, una sentenza della Corte costituzionale ha rivoluzionato la legge esistente, rendendo possibile anche il Italia il ricorso alla fecondazione eterologa.
Le condizioni per accedere all’eterologa
Attualmente in Italia, possono ricorrere alla fecondazione eterologa coppie di sesso diverso, maggiorenni, coniugate o conviventi – entrambi viventi. Per quanto riguarda l’età la legge non pone severe restrizioni, purché i membri della coppia siano ancora “potenzialmente fertili”. In particolare, per le donne riceventi la buona regola è non andare oltre i 50 anni, per evitare l’aumentare di possibili complicanze ostetriche.
In tutti i casi, per ricorrere alla fecondazione eterologa il medico di riferimento deve rilasciare un certificato che attesti lo stato di infertilità e la necessita di ricorrere all’eterologa.
La provenienza dei gameti
Dal momento che in Italia, la fecondazione eterologa è consentita solo dal 2014, è normale che nel nostro Paese non si sia ancora radicata e diffusa una “cultura” della donazione dei gameti. Per questo è pressoché impossibile che in un trattamento di fecondazione eterologa i gameti provengano da donatori italiani. In genere, i gameti, sia maschili che femminili, vengono importati dall’estero, per lo più dalla Spagna ma anche dalla Grecia e da alcuni paesi dell’est, come la Repubblica Ceca.
Come vengono selezionati i donatori
I donatori vengono selezionati dopo un’accurata anamnesi e sottoposti ad accertamenti infettivologici e genetici.
Per ogni trattamento, la scelta avviene in base al gruppo sanguigno e a delle specifiche caratteristiche fenotipiche della coppia ricevente: corporatura, colore della pelle, colore degli occhi, colore e tipologia dei capelli.
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Le differenze tra fecondazione omologa e fecondazione eterologa
Il percorso di PMA della coppia ricevente è ovviamente diverso a seconda di trattamenti con fecondazione omologa – cioè con gameti interni alla coppia – ed eterologa.
Eterologa femminile
Nel caso di eterologa femminile, ovvero con donazione di ovociti, la paziente ricevente dovrà seguire una preparazione con estrogeni affinché il suo endometrio sia pronto a ricevere l’embrione. Al termine della preparazione, gli ovociti della donatrice verranno fecondati con gli spermatozoi del partner maschile e gli embrioni derivanti, al 5° giorno, quando avranno raggiunto lo stadio di blastocisti, verranno trasferiti nell’utero della ricevente. Generalmente, per evitare parti gemellari o gravidanze multiple, si procede al trasferimento di un singolo embrione per volta, crioconservando gli altri.
Eterologa maschile
In caso di eterologa maschile, la partner femminile dovrà eseguire una stimolazione con prelievo ovocitario come per la fecondazione omologa. Gli ovociti verranno poi prelevati e fecondati con gli spermatozoi del donatore e gli embrioni ottenuti, saranno trasferiti, sempre con le modalità sopracitate, nell’utero della ricevente.
Le percentuali di successo
Le percentuali di successo sono, ovviamente, ben più favorevoli nei trattamenti con fecondazione eterologa piuttosto che omologa, visto che, nel primo caso, i gameti provengono da donatrici e donatori di età inferiori ai 29 anni. Tuttavia, tali percentuali variano da centro a centro.