Iniezione intra-citoplasmatica degli spermatozoi (ICSI)
L’Iniezione intra-citoplasmatica degli spermatozoi (ICSI) consiste nell’introdurre all’interno dell’ovocita un singolo spermatozoo.
In situazioni in cui gli spermatozoi sono molto pochi, poco mobili e/o con una brutta morfologia, il biologo seleziona lo spermatozoo più adatto e lo inietta direttamente all’interno dell’ovocita, tramite uno strumento chiamato micromanipolatore. Con una pipetta aspirante, l’ovocita, privato delle cellule che lo circondano, viene tenuto fermo e, con un ago microscopico, al suo interno viene iniettato un solo spermatozoo.
L’ICSI rappresenta la tecnica più utilizzata nei Centri di Fecondazione Assistita in quanto garantisce alte percentuali di fertilizzazione.
L’osservazione degli ovociti nelle ore successive (20h) evidenzierà se è avvenuta o meno la fertilizzazione. Nel caso in cui sia possibile evidenziare due pronuclei, l’uno originato dallo spermatozoo, l’altro dell’ovocita, si può dire che la fecondazione è avvenuta. A questo stadio si parla di zigote. Successivamente alla comparsa dei pronuclei, lo zigote effettua la prima divisione, andando a formare l’embrione. Iniziano quindi una serie di divisioni in cui l’embrione aumenta il numero di cellule che lo compongono, andando a formare infine, in quinta giornata di sviluppo, una blastocisti. Gli embrioni formatisi possono essere trasferiti in utero.
Secondo le linee guida della legge 40/2004 la ICSI è indicata nei casi di:
- Infertilità maschile di grado severo
- Azoospermia ostruttiva e secretiva (spermatozoi testicolari o epididimari)
- Mancata o ridotta fecondazione in precedenti cicli di fecondazione in vitro (FIV)
- Ovociti scongelati
- Ridotto numero di ovociti
- Seme crioconservato